Viaggio attraverso l'America di cow-boys e indiani (1.a puntata)

Viaggio attraverso l’America di cow-boys e indiani (1.a puntata)

Il “grande furto”

La letteratura e il cinema ci hanno reso un’immagine del Far-West in cui l’indiano è il perfido e infido traditore che colpisce il “povero” cow-boy ignaro e indifeso.

La realtà è diversa anche se si sta facendo faticosamente largo nella moderna storiografia, la quale sta facendo affiorare il corretto svolgimento dei fatti.

La prima incongruenza, di carattere logico, la si trova nell’identico comportamento che assunsero federati e colonizzatori inglesi. Lo scopo era infatti identico: quello di affermare il predominio dei bianchi sulle popolazioni indigene. Al fine di gestire il potere sull’intero continente, senza riconoscere i diritti e le tradizioni autoctone.

Un viaggio attraverso i territori che furono di Sioux, Lakota, Cheyenne, Shoshoni e Paiute suscita alcune riflessioni anche alla sola luce dell’utilizzo dei territori che furono dei “pellerossa”. E nei quali i loro eredi sono costretti in alcune riserve.

Un viaggio dal sapore turistico in uno sfondo storico, che parte dal Minnesota e si sviluppa tra South Dakota, Wyoming, Idaho, Utah, Nevada e per terminare in California, nella iconica San Francisco.

Temi che comprendono Natura, Commercio, Industria, Agricoltura, ma soprattutto i risvolti umani di una generazione che visse oltre un secolo e mezzo fa, ma che proietta la sua ombra inequivocabile ancora oggi sugli abitanti delle zone.

Una “navigazione terrestre” all’interno di strade, parchi, laghi che vede protagonista la “Route 80”. Non è la mitica 66, tra l’altro ormai da decenni esclusa dal sistema stradale ufficiale delle comunicazioni statunitensi. Quasi un viaggio nel tempo che ci farà immergere a tratti nell’America dei cow-boys. Imparando che questi storici “eroi” sono stati confusi con i suggestivi pistoleri. L’immagine del “buono” a cavallo costretto a farsi giustizia cela di fatto la figura del più umile e bistrattato lavoratore del West Selvaggio.

I cow-boys erano infatti il gradino più basso e più bistrattato della scala sociale americana del XIX secolo. Quella del pistolero era invece una figura ben diversa. La si identifica meglio in quella del cupo “bounty-killer” dei film western. I “veri” cow-boys” americani erano mai armati, in una società che due secoli orsono era più proibizionista sulle armi rispetto a quanto lo sia oggi.

Nei prossimi giorni il reportage.

 

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